Giovedì 21 novembre 2019, alle ore 17,00 in chiesa, don Stefano ha condotto un momento di approfondimento della Sacra Scrittura, per il numeroso gruppo dei lettori della nostra Parrocchia. L’incontro è iniziato con il canto di l’invocazione allo Spirito Santo, che ci dà il dono dell’intelletto per leggere dentro la Scrittura.
Il Cristianesimo, ha esordito il parroco, viene in genere accostato all’Ebraismo e all’Islam come le “religioni del Libro”, ma in realtà non è così, perché Dio stesso è l’autore della Sacra scrittura: essa è perciò detta ispirata e insegna senza errore quelle verità, che sono necessarie alla nostra salvezza. Lo Spirito Santo ha infatti ispirato gli autori umani, i quali hanno scritto ciò che egli ha voluto insegnarci.
La nostra fede quindi non è” la religione del Libro”, ma della Parola di Dio, che non è una parola scritta e muta, ma il Dio fatto carne e vivente, è una rivelazione. Dio rivela sé stesso attraverso parole e fatti.
La religione cristiana ha due tipi di fonti: quella orale (la Tradizione che è la trasmissione del messaggio di Cristo mediante la predicazione, la testimonianza…) e quella scritta (l’annuncio della salvezza messo per iscritto).
La Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata sotto la guida del Magistero della Chiesa secondo tre criteri: 1) attenzione al contenuto e all’unità di tutta la scrittura (la Scrittura è una, come unica è la Parola di Dio, unico il progetto salvifico di Dio); 2) lettura della Scrittura nella Tradizione viva della Chiesa; 3) rispetto dell’analogia della fede, cioè della coesione delle verità della fede tra di loro.
Quando noi prendiamo in mano la Bibbia, che dal greco significa “I libri”, prendiamo in mano il Canone Biblico che è l’elenco completo degli scritti sacri; 46 scritti dell’Antico Testamento e 27 del Nuovo, che la Tradizione ha fatto discernere alla Chiesa come normativi della fede. La Scrittura si può leggere sia in senso letterale che in senso spirituale (parole che rivelano la volontà di Dio) che si articola in tre aspetti: MORALE (ci insegna come comportarci); ALLEGORICO (visione delle cose con gli occhi della fede; certi avvenimenti del Vecchio Testamento richiamano avvenimenti del Nuovo); ANAGOGICO (che prefigura le realtà future volgendo lo sguardo verso l’alto).
Don Stefano ha poi illustrato alcuni motivi del perché noi dovremmo credere nell’inerranza biblica, La Bibbia cioè non può sbagliare sulle verità su Dio e sull’uomo, verità morali e teologiche, ma non ha la pretesa di spiegare le conoscenze scientifiche. Galileo riteneva infatti che la Bibbia fosse una conoscenza che serve per andare in cielo e la scienza per spiegare come è fatto il cielo.
I lettori proclamano le Letture dall’ambone, che significa “salire in alto”, come Gesù saliva sul monte per parlare alle genti, anche il lettore e il sacerdote si elevano sull’assemblea riunita per la celebrazione dell’Eucarestia; l’ambone quindi diventa luogo teologico.
Per concludere don Stefano ha invitato alla frequente lettura della Sacra Scrittura, perché come dice San Girolamo, “l’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza di Cristo”.
L’incontro è stata una formazione e una catechesi per adulti molto proficua ed illuminante per il servizio dei lettori della Parola di Dio.